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Tegnue, il tesoro sommerso
Tegnue, il tesoro sommerso

Tegnue, il tesoro sommerso

Le "zone di trattenuta"

Al largo delle nostre coste sabbiose, ad una profondità tra i 10 e i 40 metri spuntano irregolarmente degli affioramenti rocciosi che ospitano particolari ecosistemi, esclusivi di questo mare, ricchissimi di vita e biodiversità.

Potremmo definirlo un vero e proprio reef se non fosse che i principali organismi costruttori non sono i coralli, ma stratificazioni successive di alghe calcaree.

Il termine è dialettale, significa “zone di trattenuta” perché era il luogo in cui le reti dei pescatori si incagliavano. Questi pensavano si trattasse di resti di città antiche sprofondate a seguito delle violente mareggiate e le temevano per i danni che provocavano alle reti ma ne tenevano gelosamente segreta la posizione perché particolarmente ricche di pesce di specie pregiate. 

Svolgono un importantissimo ruolo ecologico per tutto il bacino dell’alto adriatico perché danno riparo e favoriscono la formazione di ricche e diversificate comunità di organismi, ma non solo, per alcune specie come calamari e seppie, forniscono l’habitat ideale per la riproduzione.

 

 

Curiosità

Per sensibilizzare le autorità e l’opinione pubblica riguardo l’importanza ecologica di questi ambienti e sulla necessità di una loro salvaguardia e tutela il 10 settembre 2006 è stata posta in mare la “Madonna delle Tegnue”, una statua in marmo bianco dell’ artista Sergio Dalla Mora dedicata alla campionessa di apnea Rosanna Maiorca. La statua è alta 1,8 metri e pesa 18 tonnellate. Si trova presso la Tegnua D’Ancona , a circa 18 metri di profondità a 4,4 miglia dalla costa.

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